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Dalla Clava all’M16: l’arma individuale del guerriero Nordamericano

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New Zealand Sioux with a pintle mounted M60

siouxnzPhoto by Dave Homewood

Ecco cosa Homewood ci dice di questa installazione sperimentale Neozelandese, che alcuni di voi avranno pero’ visto su alcuni OH-13 dell’Air Cav in Vietnam:

The photo shows me –then a SGT- holding a pintle post of the M60 Machine gun beside the Sioux landing strut. The idea being to mount the gun on a fitting so that the passenger could use the machine gun as a ‘scatter gun’ if need be. The whole idea didn’t come to fruition but could have likely worked out of sheer desperation with some modification to shorten the pintle post by about 4 inches. The only armament the Sioux had was a signal pistol.


[VIDEO] La Ma-Deuce cambia treppiede

La leggendaria ed immortale mitragliatrice pesante Browning M2HB cambiera’ finalmente treppiede dopo OTTO decenni. Il vecchio TRIPOD MOUNT M3, realizzato dall’arsenale di Rock Island nei primi anni ’30 del secolo scorso, verra’ infatti finalmente soppiantato dal’M205, un nuovo modello decisamente piu’ moderno, funzionale e leggero del predecessore. L’M205 pesa  appena 15.4 kg, contro i 22.8 kg dell’M3, ossia quasi 7 kg e mezzo in meno.

Sapete cosa significa cio’, vero?

Ah, non lo sapete? Beh, ve lo dico subito: significa che ci sara’ un poveraccio che dovra’ portarsi sul groppone 7 kg e mezzo di munizioni in piu’ 🙂 ‘Nce so’ cazzi. Levano n’etto da una parte, e te lo aggiungono da un’altra. God bless the infantryman!

L’M205 e’ dotato di un particolare meccanismo integrato di brandeggio ed elevazione (simile a quello montato sull’M192 della mitragliatrice M240) che permette al tiratore un fuoco piu’ accurato. Il nuovo treppiede consente inoltre di sparare con maggiori angoli di elevazione e depressione. La distribuzione ufficiale dell’M205 e’ iniziata a fine 2013. La prima unita’ a riceverla e’ stata la 1st Armored Division dell’US Army.

PS: ovviamente l’M205 e’ destinato anche al lanciagranate automatico Mk 19 da 40mm.


Mikhail Timofeyevich Kalashnikov (1919-2013)

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Probabilmente ora sono entrambi lassu’ a discutere di sistemi di chiusura e di balistica terminale 🙂
(Eugene Stoner, progettista dell’M16, con Mikhail Kalashnikov durante un incontro avvenuto nel 1990)


Saturday Shopping

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Questo e’ l’M39, l’ultimo modello della Pontiac, perfetto per la sua nuova 1964 GTO! Puo’ pagarlo comodamente in 12 rate mensili.

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“Cara signora, ladri e malviventi non avranno vita facile con questo nuovo gioiellino: la XM134. Pensi, e’ costruita dalla General Electric, proprio come il suo frigorifero e il suo scaldabagno! Per azionarla basta una semplice presa elettrica.”

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“Questo Vulcan farebbe proprio un figurone in giardino accanto al barbecue…”

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“delizioso… certo, poi dovrei trovare una bella borsa di Luis Vuitton da abbinargli…”


Il pungiglione dell’Hustler

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Progettato nella prima meta’ degli anni ’50, il B-58 Hustler fu contemporaneamente il primo bombardiere con capacita’ supersoniche e il primo a raggiungere Mach 2, prestazioni che allora erano appannaggio solo di una ristretta cerchia di caccia. Intercettarlo non era esattamente uno scherzo e inoltre chiunque si fosse posizionato in coda avrebbe dovuto fare i conti con un poco igienico M61 Vulcan, un’arma da 20mm tipo gatling capace di sparare da 4000 a 6000 colpi al minuto.

Dopo aver valutato varie proposte, inclusi missili aria-aria puntati a ore 6 e un’inedita torretta binata da 30mm, nel 1954 la Convair seleziono’ il General Electric T171E3, che era la designazione del prototipo finale dell’M61 Vulcan, standardizzato nel Dicembre 1957. Il Vulcan, sebbene pesante e complesso, fu scelto per l’eccezionale volume di fuoco e l’ottima affidabilita’. Ad esempio se una cartuccia faceva cilecca, questa veniva estratta ed espulsa fuori dall’arma senza tuttavia interrompere il ciclo di funzionamento.

Il cono di coda che conteneva il Vulcan era un tipico prodotto dell’american ingenuity. Esso era composto da una serie di anelli concentrici di alluminio annidati fra loro e caricati a molla l’uno contro l’altro in modo da formare un guscio aerodinamico flessibile e nel contempo robusto e impermeabile. Il “cono” era strutturato come un modulo a se stante che poteva essere staccato dalla fusoliera per le operazioni di manutenzione e caricamento dei colpi. Il B-58 fu il primo aereo di serie ad essere equipaggiato con un Fire Control System difensivo completamente automatizzato che si avvaleva di un calcolatore balistico con tecnologia a stato solido e di una piattaforma inerziale giroscopica a tre assi stabilizzata per incrementare al massimo la precisione dell’armamento.

Il puntamento avveniva attraverso un radar a banda Ku tipo Emerson MD-7  posizionato in una grossa carenatura sopra il Vulcan stesso. Il calcolatore balistico si trovava invece appena dietro il cannone ed era collegato all’air data computer che raccoglieva i dati sulla velocita’ e la densita’ dell’aria. Il sistema funzionava in due modalita’: automatica e manuale. Nel primo caso il FCS si occupava in modo autonomo di tutte le procedure di difesa, compresa l’eventuale distruzione della minaccia. Nel secondo caso, tutto l’ambaradan era invece gestito dal DSO (Defensive System Operator), che era in pratica un ufficiale addetto alle contromisure (elettroniche e non) che fungeva anche da mitragliere di coda remoto. Insomma, in modalita’ manuale era il DSO a premere il grilletto.

In basso potete vedere il cockpit del DSO, con ben evidenziato al centro il pannello del Fire Control System, dominato dal piccolo schermo radar circolare.

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Nel B-58 l’angolo di tiro del Vulcan era di 30°, mentre la dotazione complessiva dei colpi era pari a 1200 munizioni calibro 20x102mm. L’espulsione dei bossoli avveniva tramite una piccola apertura ventrale.

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Il cono di coda dell’Hustler
(Photo: Convair)

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M61 Vulcan nudo e crudo
(Photo: General Dynamics)

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Immagine che ritrae il B-58 assieme ad equipaggio, pod ed armamento. Notare il modulo Vulcan sotto il muso.

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20 Ottobre 1958 – Tecnici dell’arsenale di Springfield esaminano uno dei primi cannoni Vulcan da 20mm
(Photo: Springfield Armory)

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B-58 Hustler a Carswell AFB, Texas, allora sede del  43d Bombardment Wing del Strategic Air Command.

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Vista frontale che mette in evidenza i quattro potenti turbogetti General Electric J79. Questo esemplare e’ temporaneamente privo del caratteristico e ingombrante pod ventrale.


5.56 vs 5.45 – Mezzo secolo dopo

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La situazione mondiale a 50 anni dall’apparizione del 5.56×45 statunitense e a 40 anni dal 5.45×39 sovietico russo.

NB: nella mappa ho contato solo i paesi che hanno adottato armi individuali in uno dei due summenzionati calibri per la distribuzione alle intere forze armate, oppure ad almeno una forza armata o un corpo consistente (brigata o divisione) formato da truppe regolari. Ho volutamente escluso i piccoli lotti distribuiti a Special Forces o corpi d’elite (fino a livello di battaglione).

I paesi lasciati in bianco adottano in gran parte fucili d’ordinanza in 7,62x39mm oppure – piu’ raramente – in 7,62 NATO (FN FAL e G3 sopratutto). La Cina, per esempio, e’ per lo piu’ armata con fucili della famiglia Kalashnikov in 7,62×39. Tuttavia, da qualche tempo a questa parte sempre piu’ reparti si stanno riequipaggiando con un nuovo fucile indigeno, il QBZ-95, camerato per la cartuccia 5,8×42, anch’essa indigena. E’ probabile che un giorno il 5.8 soppianti interamente il 7,62×39. Staremo a vedere.

Per ora e’ tutto. Se avete qualche correzione da fare o suggerimento da segnalare, fatemi sapere.

PS: vi lascio il divertimento di scoprire da voi il nome dei paesi piu’ in culo al mondo 😀