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Kaman UH-2B “152196”

Kaman UH-2B (ex-HU2K-1U) “SeaSprite” BuNo 152196, c/n 180. Esemplare della Squadriglia HC-1 (US Navy) assegnato a missioni SAR e C-SAR a bordo della portaerei USS Oriskany (CV-34).

Colorazione e markings tipo USAF “SEA” – South-East Asia (30219 tan, 34102 medium green, 34079 dark green, 36622 light gray).

Perduto il 16 Settembre 1966 nel corso di un’ardita operazione di soccorso in cui, assieme ad altri due SeaSprite dell’HC-1, trassero in salvo 44 marinai imbarcati sul mercantile SS “August Moon” da 10.000 tonnellate. In preda alle onde generate dal ciclone Elsie (Pitang), l’August Moon si incaglio’ dopo essere entrato in collisione con la barriera corallina delle Isole Pratas (a 175 miglia SE di Hong Kong). Il SeaSprite 152196 in quell’occasione precipito’ in mare dopo essere stato investito da un’onda alta quasi 20 metri. Fortunatamente i tre membri dell’equipaggio (Lt. Cdr. Dale Barck; Ensign Daniel Kern; Petty Officer William Thoday) la scamparono e vennero in seguito tratti in salvo.



La storia completa qui: https://www.navalhistory.org/2018/12/11/angels-of-the-oriskany-august-moon-rescue


Testing the Focus

Fra i sistemi d’arma meno noti della seconda meta’ degli anni cinquanta, va annoverato il missile aria-superficie AGM-87 Focus a guida IR. Sviluppato dal ben noto Naval Weapon Center di China Lake (California) e costruito dalla General Electric, il Focus era fondamentalmente una versione modificata del missile aria-aria AIM-9B Sidewinder (anch’esso creatura dell’NWC). Su quest’arma si sa davvero poco, eccetto che venne sviluppata e testata fra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 al gia’ detto poligono di China Lake, cosi’ come in Vietnam, dove pare ottenne qualche successo (purtroppo le informazioni in tal senso scarseggiano).

Il sito designation-systems.net scrive:

The AGM-87A was used in Vietnam during 1969/70 for night attacks against visible IR emitters, such as truck headlights. It is said that the Focus was quite successful in its specialized role, but the program was discontinued for reasons unknown to me.

Nelle immagini in basso potete vedere alcune foto relative al missile in oggetto montato e lanciato da un Bell HH-1K Huey, variante della Marina dell’UH-1E del Marine Corps con avionica modificata e turboalbero T53-L13 da 1400 shp. Questo specifico elicottero servi’ per molti anni al China Lake per test e collaudi dei piu’ svariati sistemi d’arma.

focus2AGM-87 montato sul pilone sinistro di un HH-1K
(Photo: US Navy)

focus3Lancio del Focus

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AGM-87 ripreso un attimo prima di colpire il bersaglio, in questo caso costituito da un vecchio carro leggero M41 Walker Bulldog
(Photo: US Navy)

Dopo la breve parentesi vietnamita, l’AGM-87 scomparve dall’arsenale USA senza lasciare praticamente traccia. L’idea del Sidewinder aria-superficie venne comunque riesumata un decennio piu’ tardi con il missile antiradiazione AGM-122 Sidearm. Quest’ultimo venne realizzato partendo dagli obsoleti AIM-9C, e dopo vari cicli di test, entro’ in servizio nella seconda meta’ degli anni Ottanta.

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Il SeaCobra impiegato dal NWC di China Lake per i test dell’AGM-122 Sidearm
(US Navy)


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Ecco come doveva essere lo slogan in origine 😉

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QUI un analisi di globalist.it
(in buona parte condivisibile)


Tarawa in Noo Yawk

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Gran bella foto.
Portaerei USS Tarawa (CV-40). Sullo sfondo il ponte di Brooklyn e New York
(US Navy)


XV-15 a bordo della USS Tripoli

Mi sono ritrovato anche queste foto e quindi ve le cuccate pure voi 🙂

Le immagini si riferiscono ai primi appontaggi dell’XV-15 avvenuti a bordo di unita’ navali circa 30 anni orsono (Agosto 1983). In questo caso si tratta dalla USS Tripoli (LPH-10), una nave d’assalto anfibio classe Iwo Jima.

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Agosto 1983 – XV-15 decolla dal ponte di volo della nave d’assalto anfibio Tripoli
(Photo: US Navy)
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XV-15 sul ponte della Tripoli.
(Photo: US Navy)

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XV-15 scortato dal superclassico UH-1N Huey. Tutto made by Bell
(Photo: US Navy)

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USS Tripoli in navigazione con la sua linea di volo composta da UH-1N, CH-46 e CH-53. Varata nel 1965, questa unita’ fu decomissionata nel 1995.


Bell Model 211 “Huey Tug” (+ parentame vario)

Huey, my love. Ormai ho perso il conto di tutte le versioni, varianti e sottovarianti ricavate da questo straordinario elicottero. Anche coi nicknames c’e’ da perdersi. Abbiamo avuto lo Huey Hog, lo Huey Frog, lo HueyCobra, quello Firefly e anche il Twin Huey. Tuttavia sono in pochi a sapere dell’esistenza del tipo che sto per presentarvi: lo Huey Tug.

Correva l’anno 1966, quando la Bell Helicopter Company di Fort Worth (Texas) decise su iniziativa privata di sviluppare una versione specializzata dell’UH-1 destinata allo spostamento rapido e al trasporto delle artiglierie da 105mm attraverso il gancio baricentrico. Tale concetto, noto come Aerial Artillery Prime Mover, trovo’ immediata applicazione in Vietnam, rivelandosi molto utile in termini di mobilita’ e flessibilita’. In realta’, la Bell mirava soprattutto a realizzare una sorta di “gru volante” media multiruolo da affiancare agli enormi  CH-47 e CH-54, che in tale compito si sarebbero dedicati unicamente al trasporto dei pesanti obici da 155mm, come l’M114 da quasi 6 tonnellate.

Denominato Model 211, la nuova creatura fu presentata ufficialmente nel 1968 con una inusuale livrea mimetica a tre toni, molto simile a quella adottata in Vietnam per gli elicotteri USAF. Nella sostanza si trattava di una versione commerciale modificata e potenziata dell’UH-1C, modello gunship introdotto nel Settembre 1965.

Le modifiche principali del Model 211 comprendevano:

– Turboalbero Lycoming T55-L7 da 2650 shp (stessa famiglia di quello del Chinook) in luogo dell’usuale T53
– Trasmissione irrobustita
– Rotore principale allungato da 50 piedi (15,24 metri) a corda larga
– Rotore di coda maggiorato
Tailboom allungato
– Fusoliera irrobustita
– Aggiunta del sistema di stabilizzazione automatica (Stability Augmentation System o SAS)

Questa serie di migliorie incremento’ non solo la capacita’ di trasporto al gancio baricentrico a ben 2700 kg (contro i 1815 dell’UH-1D), ma furono un autentico toccasana per le prestazioni generali, specialmente in ambienti Hot and High e in climi caldo-umidi, dove la pur affidabile e robusta T53 non di rado arrancava.

Come era logico aspettarsi, la Bell promosse il 211 inizialmente presso il suo migliore e affezionato cliente: l’US Army. Quest’ultimo, con l’introduzione in massa degli UH-1D e H nel ruolo di trasporto truppe, si ritrovo’ improvvisamente con un gran numero di UH-1B (Model 204) in esubero. Secondo la Bell (e i sostenitori del product improvement) un buon modo per dare nuova linfa a questi elicotteri era appunto convertirli in Model 211.

Fra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta, furono condotte numerose dimostrazioni pratiche per conto delle forze armate USA, compresa la Marina, che lo testo’ per il rifornimento veloce delle unita’ navali. Ma a dispetto delle apprezzabili capacita’ della macchina e del serrato marketing della Bell, il 211 non riusci’ a raccogliere nemmeno un ordine. E le cose non sembravano affatto migliorare, nonostante la certificazione ottenuta nel 1971.

L’US Army, ormai saturo di Huey tipo Delta e Hotel, abbandono’ definitivamente ogni proposito di upgrade. Al contrario, decise invece che entro un decennio la flotta utility ad ala rotante sarebbe stata riequipaggiata con un mezzo di concezione totalmente nuova. Seguendo questa direttiva, nel 1972 l’esercito lancio’ il concorso UTTAS (Utility Tactical Transport Aircraft System), vinto poi quattro anni piu’ tardi dalla Sikorsky con il suo biturbina UH-60 Black Hawk, immediatamente designato erede del leggendario Huey. Fra le caratteristiche salienti dell’UH-60A, si segnalava una capacita’ di sollevamento al gancio fino a 3600 kg, capacita’ che rese il Model 211 non piu’ competitivo nel suo ruolo originario.

Alla fine un unico, singolo esemplare di Model 211 usci’ dagli stabilimenti della Bell. Esso portava la matricola civile N6256N e il numero di costruzione (c/n) #2502. Test e dimostrazioni proseguirono fino a meta’ degli anni settanta, quando nel maggio 1975 l’N6256N venne cancellato dal registro aeronautico e immagazzinato negli hangar della casa costruttrice, dove ancora oggi e’ conservato.

:: PHOTO GALLERY ::

Lo Huey Tug fu concepito inizialmente per il trasporto rapido delle artiglierie da 105mm e del relativo munizionamento. In questa immagine e’ raffigurato un vecchio M101, un robusto obice che l’US Army impiego’ con grande successo dalla Seconda Guerra Mondiale sino alla Guerra del Vietnam inoltrata. Il peso dell’M101 superava i 2200 kg, quindi ben oltre i limiti del tipico Huey.  (US Army photo)

I GOT THE POWER! (US Army photo)

In questa foto lo Huey Tug trasporta un autocarro Dodge M37 da 3/4 di ton. L’M37  aveva un peso a vuto di circa 2,5 ton, impossibile dunque da trasportare con uno Huey tradizionale, la cui capacita’ di trasporto veicoli leggeri si fermava alle Jeep da 1/4 di ton (M38, M151 etc) (US Army photo)

Huey Tug con uno shelter appeso al gancio baricentrico. Notare la coda allungata. (US Army photo)

In questa immagine vediamo uno Huey Tug recuperare un addestratore Lockheed T-33. La Bell pubblicizzo’ il 211 anche per il recupero di aerei ed elicotteri abbattuti o costretti ad atterraggi di fortuna. (US Army photo)

Una delle ultime foto scattate durante i test promozionali della Bell Helicopter Company. Qui lo Huey Tug si appresta a sollevare una capsula di salvataggio. Photo courtesy of William J. Yarber Collection/University of Texas @ Dallas

Test dimostrativo del Bell 211, qui impiegato per rifornire la USS White Plains (AFS-4). Photo courtesy of William J. Yarber Collection/University of Texas @ Dallas

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Gli altri Heavy Lift Hueys

Nonostante il fallimento del 211, la Bell continuo’ ad occuparsi di Huey agli steroidi, prima commercializzando il Model 214, noto anche come Huey Plus, e infine il 214ST (Super Transport). Il primo era fondamentalmente un Model 205 con il muso “appuntito” del 212 e un nuovo turboalbero Lycoming da 2930 shp; il secondo era invece un nuovo elicottero biturbina solo parzialmente imparentato con il 214A.

Benche’ non adottati dalle forze armate USA, entrambi ottennero un moderato successo in alcuni paesi, sopratutto il 214A.

Model 214A

Il principale cliente fu l’Aviazione dell’Esercito Iraniano, che negli anni settanta ottenne qualcosa come 296 Model 214A, piu’ altri 39 214C da ricerca e soccorso destinati all’Aeronautica. Entrambi erano noti come Ishafan. Oltre a questi, vanno annoverati ulteriori 70 Model 214B (versione civile del 214A), di cui una quarantina sopravvissuti sino ai giorni nostri e impiegati soprattutto da USA, Canada, Corea e Australia. La produzione del 214 ebbe termine nel 1981, dopo undici anni di attivita’.

Lunghezza: 14,63 metri
Diametro del Rotore: 15,24 metri
Altezza: 3,90 metri
Peso a vuoto: 3,442 kg
Peso a pieno carico: 6,260 kg
Apparato Propulsivo: Lycoming LTC4B-8D da 2920 shp
Velocita’ di crociera’: 260 km/h
Quota di servizio: 5,000 metri
Capacita’ di trasporto: fino a 2900 kg al gancio o 14 persone

Model 214ST

In totale furono prodotte 96 macchine, decisamente molte di meno rispetto al 214A. Il principale utilizzatore fu l’Aeronautica Militare Irachena, che nella seconda meta’ degli anni ottanta prese in consegna 48 214ST. Questi presero parte alla Guerra del Golfo contro l’Iran e a quanto ne so nessuno di essi risulta oggi in linea. Altri utenti militari furono: l’Aviazione Peruviana (11); la Marina Thailandese (9); Aviazione Venezuelana (4) e del Brunei (1). Piccoli numeri di 214ST volano ancora oggi presso compagnie civili, quasi tutti negli Stati Uniti, Regno Unito, Norvegia, Canada e Cina.

Lunghezza: 15,03 metri
Diametro del Rotore: 15,85 metri
Altezza: 4,84 metri
Peso a vuoto: 4,300 kg
Peso a pieno carico: 7,938 kg
Apparato Propulsivo: 2 General Electric CT7-2A da 1,625 shp ciascuno
Velocita’ di crociera’: 259 km/h
Quota di servizio: 3,170 metri
Capacita’ di trasporto: fino a 3630 kg al gancio o 16-17 passeggeri

Bell 214A dell’Aviazione dell’Esercito Iraniano. Notare lo scarico super-size della turbina Lycoming da quasi 3000 shp e il musetto appuntito tipico dei Model 212 e 412. Il 214 e’ la versione monoturbina piu’ potente della famiglia Huey.

Bell 214ST dell’Aeronautica Militare Irachena. L’Iraq ottenne dagli USA 48 macchine di questo tipo durante la Guerra del Golfo contro l’Iran

Model 214 e 214ST: silhouettes a confronto

L’Aerial Artillery Prime Mover nell’US Army oggi

Come abbiamo visto, il concetto di elicottero specializzato nel trasporto di artiglierie  mori’ sul nascere a causa della diffusione di mezzi utility sempre piu’ potenti e capaci, come appunto il gia’ citato Black Hawk. In ogni caso, anche l’adozione di pezzi di artiglieria dal peso ridotto contribui’ se ci pensiamo bene. Ad esempio a partire dal 1964 l’US Army inizio’ la sostituzione del vecchio obice M101 da 2,2 tonnellate, con il piu’ moderno M102 da 1,4. Nell’Esercito USA, l’attuale pezzo d’artiglieria standard da 105mm e’ l’ottimo M119, che raggiunge e supera le 2 tonnellate di peso (in questo senso siamo pero’ ritornati a 60 anni fa 🙂 Per quanto riguarda invece il trasporto dei pezzi da 155, le cose non sono cambiate dal Vietnam, visto che e’ ancora oggi il Chinook a garantire  la mobilita’ aerea all’artiglieria.

Kuwait, 1990 – Un UH-60A Black Hawk del 2° Battaglione, 82a Brigata d’Aviazione della 82a Divisione Paracadutisti dell’US Army trasporta un obice M102 durante l’Operazione Desert Shield

5 Ottobre 2010 – Un UH-60L Black Hawk trasporta al gancio un obice M119 da 105mm durante esercitazioni in Alaska con il 2-377 Parachute Field Artillery Regiment (US Army Alaska photo)


M60 Queen

Questa bella bionda in mimetica e’ Sarah Calvert, che all’epoca della foto era Master-at-arms di Seconda Classe in servizio nella Inshore Boat Unit Five One (IBU-51) della U.S. Navy. Qui Sarah si prende cura della sua mitragliatrice M60 (San Diego, California, 11 Dicembre 2006). In basso: sempre Ms. Calvert in azione.