Articoli con tag “restore hope

[VIDEO] Somalia Vent’anni Dopo

Un semplice, ma interessante ed onesto documentario sulle attivita’ del contingente italiano nel corso delle operazioni ONU “Restore Hope” (UNOSOM I)  e “Continue Hope” (UNOSOM II), in Italia meglio note come “Ibis I&II”. Abbondanti i filmati in cui si vedono all’opera i nostri soldati. Da vedere.

 

PARTE 1

 

PARTE 2

Per gli interessati, segnalo anche la pagina dedicata alla composizione del contingente ITALHELY dell’Aves:
https://sobchak.wordpress.com/2011/12/20/composizione-squadrone-elicotteri-italhely-ibis-somalia-1992-94/


[VIDEO] Black Hawk Down: ritorno al crash site del Super 6-1

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A 20 anni dalla famigerata Battaglia di Mogadiscio (3-4 Ott. 1993), la reporter Lara Logan della trasmissione 60 Minutes (CBS), si reca a Mogadiscio per visitare il vecchio crash site del Black Hawk Super 6-1 del CW4 Raymond Frank e del CW3 Michael Durant.

Nel servizio, dalla durata di 15 minuti, vengono mostrati per la prima volta alcuni dei momenti piu’ significativi di quello scontro, come la fulminea inserzione degli uomini della Delta attraverso i Little Bird e i tragici attimi in cui il Super 6-1 viene colpito da un RPG. Per la cronaca, le immagini dall’alto furono riprese da tre elicotteri da osservazione OH-58D Kiowa dell’U.S. Army e da un aereo da ricognizione EP-3E ARIES II della U.S. Navy. Questi aeromobili trasmettevano il feed video ai monitor del JOC (Joint Operations Center) sito all’aeroporto di Mogadiscio.

Nel corso del programma vengono inoltre intervistati alcuni dei protagonisti della vicenda e nel finale assistiamo anche al dissotterramento dei resti del Super 6-1, che fino a pochi mesi fa si trovavano sepolti esattamente nello stesso luogo in cui avvenne il disastro.

Il servizio e’ nel complesso breve, ma interessante. Peccato non si sia fatto alcun cenno ne’ sul sacrificio degli operatori Shugart e Gordon, ne’ sul primo MH-60 abbattuto, ossia il Super 6-4 pilotato dal CW3 Cliff “Elvis” Wolcott e dal CW3 Donovan “Bull” Briley, colpito all’incirca 20 minuti prima del Super 6-1 (16:20 locali).

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Chiudo questo breve post con due segnalazioni a tema

Un articolo sulla Battaglia di Mogadiscio vista da un Navy Seal
http://www.commandposts.com/2011/10/1993-battle-of-mogadishu-a-seals-eye-view/

E una tesi critica sulla stessa, intitolata
“Battle of Mogadishu – an Anatomy of a Failure”

Autore: Maggiore Roger N. Sangvic (Military Intelligence)
School of Advanced Military Studies
United States Army Command and General Staff College
Fort Leavenworth, Kansas

Documento in .PDF (3 mb)
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Nota 1: se non masticate bene l’inglese parlato, cliccate sul pulsantino “CC” e magicamente appariranno i sottotitoli
Note 2: passano gli anni, ma Lara Logan e’ ancora una femmina arrapante 😀

See ya
A.


Hard landing per un HH-3F a Mog

Una serie di cinque fotografie scattate dal Technical Sergeant Perry Heimer (USAF) nel 1993 dopo uno spiacevole incedente che coinvolse un HH-3F Pelican (AS-61) dell’AMI all’aeroporto di Mogadiscio, in Somalia. L’impatto con il suolo fece fuoriscire piu’ di 2600 litri di JP-5. A seguito dell’incidente la pista rimase interdetta al traffico aereo per circa 3 ore. Nessun ferito (o peggio) per fortuna 🙂

Update: un lettore nei commenti ha precisato:

“non fu un hard landing, uno scatolone di cartone fu risucchiato in uno dei motori durante il decollo. A pieno carico questo elicottero con un solo motore non vola!”

RESTORE HOPE

RESTORE HOPE

RESTORE HOPE

RESTORE HOPE

RESTORE HOPE


2 Luglio 1993

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20 anni


Composizione Squadrone Elicotteri Italhely “Ibis” (Somalia 1992-94)

Nei mesi passati in diversi mi hanno scritto chiedendomi lumi sulla composizione dello squadrone elicotteri che l’Esercito Italiano invio’ in Somalia nell’ambito delle missioni Restore Hope (UNOSOM) e Continue Hope (UNOSOM II), in Italia meglio note come Operazione Ibis I e II.

Superata la mia ben nota pigrizia, ho realizzato questo post (+ tabella riassuntiva) che dovrebbe rispondere a molte delle vostre domande. Buona lettura!

:: Composizione dello Squadrone ::


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Il Gruppo Squadroni ITALHELY “Ibis” fu costituito presso l’Aeroporto Tommaso Fabbri in Viterbo, sede del 1° Reggimento Antares, il 7 Dicembre 1992. Esso constava di circa 150 uomini (120 fra piloti e specialisti e una trentina di uomini di supporto) e 13 elicotteri. In totale cinque squadroni (tre di volo e due di comando/supporto) piu’ un nucleo collegamento ai comandi di un Tenente Colonnello:

  • uno squadrone Elicotteri Multiruolo (EM-2/EM-2A) con 6 AB 205A-1;
  • uno squadrone Elicotteri da Trasporto Medio (ETM) con 4 CH-47C;
  • uno squadrone Elicotteri d’Attacco (EA) con 3 A-129 Mangusta;
  • uno squadrone Manutenzione;
  • uno squadrone Comando e Servizio;
  • Nucleo Collegamento (NuC).

Elicotteri e personale giunsero in Somalia attraverso navi salpate a Livorno (Toscana) e dirette a Mogadiscio. Il rischieramento in terra somala richiese nel complesso una ventina di giorni (14 Dicembre 1992 – 3 Gennaio 1993).

Il campo base di ITALHELY venne allestito presso l’aeroporto internazionale di Mogadiscio. In basso la mappa dell’ubicazione del gia’ detto aeroporto.

Le prime macchine iniziarono ad operare il giorno 4 Gennaio, decretando cosi’ la piena operativita’ del contingente Ibis. Ad agosto dello stesso anno il numero degli elicotteri saliva a 15 con l’arrivo di due AB 412.

La manutenzione degli elicotteri e dei turboalberi veniva effettuata interamente all’aperto. In questa foto e’ ritratto un A-129 Mangusta con lanciatori TOW e razziere da 81mm.

Gli specialisti dello squadrone manutenzione provenivano dai seguenti Reparti Riparazioni Aviazione Esercito : 1° R.R.A.E. di Bracciano (AB 205 e A-129) e 4° R.R.A.E. di Viterbo (CH-47).

NOTE E CURIOSITA’

Dei tre Mangusta inizialmente schierati, due provenivano dal Centro Aviazione dell’Esercito di Viterbo e uno dal 49° Gruppo Squadroni “Capricorno” (EA) del 5° Reggimento AvEs “Rigel”, basato a Casarsa della Delizia (Pordenone).

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Gli AB 412 furono dislocati in Somalia nell’Agosto 1993 per prendere il posto degli HH-3F Pelikan dell’Aeronautica Militare. Questi ultimi sino a luglio cooperarono regolarmente e proficuamente con i reparti di terra e di volo dell’Esercito, sopratutto dopo il calare del crepuscolo, nel Combat SAR e in supporto alle forze speciali (Battaglione Incursori  Col Moschin in testa).

Gli AB 412 appartenevano al 39° Gruppo Squadroni “Drago” di Alghero (Sardegna), un reparto da sempre associato alle operazioni speciali. Gli equipaggi del Drago erano equipaggiati con NVG ed addestrati per il volo in ambiente notturno. In Somalia operarono per circa sei mesi, fino a Gennaio 1994.

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Codici e matricole

I codici degli elicotteri ritratti nel disegno in alto appartengono a macchine che realmente hanno partecipato all’Operazione Ibis; tuttavia mi e’ stato impossibile identificare tre mezzi (due AB 205 e un AB 412). Se qualcuno dovesse conoscere i codici di questi elicotteri lasci un commento o mi scriva in e-mail. Grazie in anticipo.

Qui i codici e le relative Matricole Militari che sono riuscito a reperire:

AB 205A-1
1. EI272 – MM80524
2. EI332 – MM80703
3. EI337 – MM80708
4. EI353 – MM80724
5. non identificato
6. non identificato

CH-47C
1.
EI809 – MM80831
2. EI821 – MM80843
3. EI828 – MM81229
4. EI831 – MM81232

A-129
1.
EI907 – MM81320
2. EI917 – MM81330
3. EI919 – MM81332

AB 412
1.
EI463  –  MM81354
2. non identificato

Note: un quarto A-129 fu inviato in Somalia, ma non so dire con esattezza il periodo. Questo esemplare portava i codici EI915 (MM31328) e opero’ dal ponte del Garibaldi nello squadrone ESMAR assieme al gemello EI917 (vedi alla fine della pagina).

Codici, insegne e schemi di colorazione

I sei AB 205 sbarcarono in Somalia con i codici di colore bianco ad alta visibilita’ (compresa la scritta”ESERCITO” su entrambi i portelloni scorrevoli). Tuttavia dopo qualche tempo lo squadrone decise di ridipingerli di nero, eliminando nel contempo il nome della forza armata dai gia’ menzionati portelloni. I CH-47 Chinook, al contrario, operarono sempre con i codici ad alta visibilita’ e il vistoso emblema del Rgt. Antares sulla coda e sul muso, mentre i due AB 412 del 39° Drago ebbero i codici in nero sin dall’inizio del loro dispiegamento in terra somala. In ogni caso tutti e tre i modelli mantennero l’originale coccarda di nazionalita’ hi-viz.

Per quanto riguarda invece gli A-129, essi avevano gia’ codici e stencils a bassa visibilita’, con coccarda full color di ridotte dimensioni.

Tutti gli elicotteri conservarono lo schema mimetico originale, ossia livrea grigio-verde per AB 205/412 e CH-47 e verde oliva per gli A-129.

Armamento

Tutti gli elicotteri dello squadrone ITALHELY volavano armati, con armamento difensivo o offensivo, a seconda del modello di elicottero e/o del tipo di missione.

AB 205

 In funzione trasporto truppe i 205 montavano il sottosistema difensivo M23 (2 MG42/59 brandeggiabili con 550 colpi per arma), mentre per il ruolo d’appoggio armato (gunship) era disponibile il piu’ potente M21/MAMEE (Meyer Ammunition Module, Emerson Electrical) della Emerson. Quest’ultimo si componeva di due General Electric M134 Minigun puntate in caccia (ma su supporti flessibili); una coppia di lanciarazzi M158A1 da 70mm (di norma smontati) e due contenitori cilindrici esterni contenenti cadauno 3000 colpi calibro 7,62 per la Minigun.

In configurazione gunship l’AB 205 assumeva la designazione di EM-2A.

AB 412

Gli AB 412 volavano unicamente con il sottosistema M23. Il mezzo era comunue compatibile con i lanciarazzi Medusa da 81mm.

CH-47

Il CH-47 montava due sottosistemi d’arma, entrambi difensivi: M24 e M41. L’M24 e’ basato su due mitragliatrici brandeggiabili MG42/59, in altrettante postazioni sistemate immediatamente dietro il cockpit ed azionate da una coppia di mitraglieri. L’M41 e’ invece basato su una sola MG brandeggiabile, installata nella rampa posteriore di carico/scarico con la funzione di coprire l’arco posteriore. Maggiori info QUI.

A-129

L’A129 era armato con due lanciatori quadrinati per missili controcarro TOW-2A e una coppia di lanciarazzi Medusa da 81mm a 7 colpi. Ovviamente i Mangusta non si alzavano in volo con l’armamento completo. Per esempio nel lanciatore TOW venivano caricati non piu’ di due missili BGM-71A (dopotutto, non si puo’ dire che lo scenario somalo pullulasse di bersagli per quest’arma ;-))

Aviazione Leggera dell’Esercito o Aviazione dell’Esercito?

Fra gli anni novanta e duemila l’Esercito Italiano cambio’ e ricambio’ piu’ volte il nome alla propria aviazione. Dalla nascita (1951) al 1992 era conosciuta come Aviazione Leggera dell’Esercito (ALE), ma dal 1993 muto’ il nome in Aviazione dell’Esercito (AvEs), in quanto decaddero ufficialmente i limiti di peso imposti dall’Aeronautica Militare eoni addietro (vai dove vai, le air forces sono di una pedanteria unica!). Non sapevo dunque se scrivere ALE o AvEs, ma alla fine ho optato per quest’ultima denominazione, che e’ poi anche quella attuale (Dal 1999 al 2003 l’aviazione porto’ il nome di Cavalleria dell’Aria, ma questa e’ un’altra storia).

Da ITALHELY a ESMAR: note finali

Da un punto di vista strettamente operativo l’intervento italiano in Somalia termino’ nel marzo del 1994. Il ripiegamento richiese due mesi esatti (10 gennaio10 marzo). Una volta smantellato il campo ITALHELY a Mogadiscio, alcuni elicotteri furono rischierati a bordo dell’incrociatore Portaeromobili Giuseppe Garibaldi ed inquadrati in un gruppo di volo misto detto ESMAR (ESercito MARina), forse primo esempio di cooperazione fra i reparti di volo delle due forze armate in condizioni operative reali. Gli elicotteri dell’AvEs operarono ininterrottamente con equipaggi misti Esercito-Marina dal ponte di volo del Garibaldi fino all’evacuazione completa del contingente Ibis, terminata il 23 Marzo 1994.

Ecco la composizione del gruppo di volo ESMAR:

– 5 AB 205A-1 (esercito)
– 3 CH-47C (esercito)
– 2 A-129 (esercito)
– 7 SH-3D Sea King (marina)
– 4 AB 212 (marina)

Note: gli A-129 dispiegati a bordo della Garibaldi erano il 915 e – ultimo arrivato in teatro –  il 917.

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In totale l’Aviazione dell’Esercito volo’ in Somalia 3.934 ore per un totale di 4.730 sortite e 2.082 missioni. Nella foto in alto: un CH-47 mentre trasporta al gancio un container sopra il ponte del Garibaldi.

CH-47C del 1° Reggimento Antares recupera un UH-60 Black Hawk dell’US Army

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L’equipaggio del Mangusta al Pastificio

Ve lo ricordate quell’A129 Mangusta che mise fuori combattimento un VM 90 sottratto dai miliziani Somali durante la Battaglia al Checkpoint Pasta del 2 Luglio 1993? Bene, ieri ho appreso che l’equipaggio e’ da poco andato in pensione. Sto parlando del Pilota Gianni Adami, allora Capitano, e del Comandante di Aeromobile Claudio Gasperini. Per quell’azione furono entrambi decorati con medaglia al valore dell’Esercito (bronzo per Adami e Argento per Gasperini).

Qui un paio di articoli tratti dalla rivista Basco Azzurro:

Un ricordo per coloro che persero la vita quel 2 Luglio 1993:

Andrea Millevoi, Sottotenente  dell’8° Reggimento Lancieri di Montebello
Stefano Paolicchi, Sergente Maggiore Incursore  del 9° Reggimento d’Assalto Col Moschin
Pasquale Baccaro, Paracadutista del 186° Reggimento Paracadutisti “Folgore”


[Video] Documentario “Check Point Pasta”

Alcuni di voi probabilmente l’avranno gia’ visto qualche tempo fa sul canale satellitare History Channel; ad ogni modo, per chi se lo fosse perso, o semplicemente volesse rivederlo, non deve fare altro che cliccare sul link di seguito:

http://www.megavideo.com/?v=AV42HFUV

Un grazie a Jag3rnaut per averlo reso disponibile online.

(In ricordo dei caduti del 2 luglio 1993)